Il 19 novembre si celebra in tutto il mondo una ricorrenza che, a prima vista, può far sorridere: la Giornata mondiale del gabinetto (World Toilet Day). Eppure, dietro il nome ironico, si nasconde una delle sfide più serie e sottovalutate del pianeta: garantire a tutti l’accesso a servizi igienici sicuri, puliti e dignitosi.
L’iniziativa, promossa dalle Nazioni Unite dal 2013, nasce con un obiettivo chiaro: ricordare che la salute pubblica e la dignità umana cominciano dal bagno e che, ancora oggi, 3,5 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi igienici adeguati.
Ma questa giornata è anche un’occasione per riflettere su qualcosa di più profondo: il modo in cui trattiamo il corpo, la malattia e la fragilità.
E qui entra in gioco il libro di Walter Allievi, Essere Paziente. Storie di incidenti (e) guarigioni, perché è proprio nei luoghi più ordinari e, a volte, più imbarazzanti, che si misura il rispetto per la persona.
Il gabinetto è uno spazio privato, dove tutti siamo uguali. È il luogo in cui il corpo mostra la sua realtà più semplice ma anche più vulnerabile. In ospedale, rappresenta spesso la dipendenza: non potersi muovere da soli, dover chiedere aiuto per un gesto intimo, affrontare la perdita di autonomia.
Nel suo Essere paziente, Walter Allievi racconta con lucidità e ironia proprio questo: la condizione del paziente come esperienza universale.
Essere paziente non significa soltanto “stare in ospedale”, ma accettare la vulnerabilità, imparare a farsi aiutare, comprendere che la dignità non dipende dalla forza ma dall’umanità di chi si prende cura.
La World Toilet Day invita i governi a investire in servizi igienici, ma ci invita anche simbolicamente a non vergognarci del corpo.
Il corpo, con i suoi bisogni, è il punto di partenza della salute: non dovrebbe mai essere oggetto di tabù o di disinteresse.
Nel libro di Allievi troviamo episodi di quotidianità ospedaliera: la fatica di chi lava un paziente, la delicatezza di chi ne rispetta l’intimità, il silenzio che accompagna i momenti di fragilità.
Dietro a ogni gesto, una domanda etica: quanto spazio di dignità concediamo al corpo dell’altro?
Il titolo del libro gioca su un doppio significato.
“Essere paziente” è sì essere un paziente, ma anche saper essere paziente: accettare il tempo della cura, sopportare, ascoltare.
In un mondo che corre, dove anche la medicina rischia di diventare fretta, Allievi invita a rallentare, a guardare il malato come persona e non come caso clinico, a dare tempo al corpo e al pensiero.
Così, anche la Giornata del Gabinetto, nata per promuovere un diritto materiale, ci ricorda un diritto interiore: il tempo per sé, per il proprio corpo, per la propria umanità.
In Essere paziente, Allievi parla anche del linguaggio della cura: di come medici e pazienti comunicano (o non comunicano) il corpo.
La medicina moderna, spesso, usa parole tecniche e distanti; il libro ci invita invece a restituire voce al corpo, a nominarlo senza vergogna, a riconoscere la sua realtà quotidiana.
La Giornata del Gabinetto, da parte sua, ci ricorda che ciò che è naturale non deve essere nascosto ma compreso.
Accettare la fragilità, riconoscere il bisogno, chiedere aiuto sono gesti di umanità, parte della stessa alfabetizzazione corporea che ogni società civile dovrebbe promuovere.
Walter Allievi scrive con ironia sobria e intelligenza disarmante.
E anche la Giornata Mondiale del Gabinetto, se vissuta con lo stesso spirito, può aiutarci a ridere per pensare meglio.
