La Giornata internazionale degli studenti, celebrata in contesti diversi (spesso il 15 ottobre, in India in memoria del presidente e scienziato APJ Abdul Kalam, o accostata alla Giornata Internazionale dell'Educazione del 24 gennaio), rappresenta un'occasione per riflettere sul ruolo della scuola, della comunità e delle politiche educative nel valorizzare ogni tipo di talento.
In questo contesto, il tema della plusdotazione (o Alto Potenziale Cognitivo, APC) merita particolare attenzione. Non si tratta soltanto di QI o di “eccellenze” statistiche, ma di modalità di pensiero, di sensibilità emotiva e di bisogni educativi che la scuola contemporanea deve saper riconoscere e accompagnare.
Il libro di Giovanni Galli, Cosa ci insegna l'Alto Potenziale Cognitivo, nasce proprio con questo intento: tradurre l'esperienza clinica e pedagogica in strumenti concreti per insegnanti, genitori e studenti, promuovendo una cultura educativa che non penalizzi la diversità ma la trasforma in risorsa.
Nel suo libro, Galli utilizza metafore forti e visive, dal "Big Bang” ai "vestiti nuovi per l'imperatore”, per raccontare come gli APC percepiscano e processino il mondo in modi spesso diversi rispetto alla maggioranza delle persone.
Chi possiede un alto potenziale può mostrare curiosità profonda, velocità di apprendimento, pensiero arborescente, ipersensibilità emotiva, ma anche fragilità relazionale o motivazionale.
L'autore invita quindi a guardare oltre i comportamenti e a costruire ambienti educativi capaci di trasformare le differenze in punti di forza.
Molti alunni ad alto potenziale non vengono identificati: la loro disaffezione, la tendenza a distrarsi o a mettere in discussione le regole può essere fraintesa come svogliatezza o oppositività.
Come mostrano i dati INVALSI, la mancanza di riconoscimento può condurre a frustrazione, ansia e perdita di autostima.
Parlare di plusdotazione significa, prima di tutto, riconoscere la diversità come valore educativo.
Inoltre, valorizzare la plusdotazione non significa privilegiare pochi, ma creare percorsi di apprendimento personalizzati che rispettino i tempi, gli interessi e gli stili cognitivi.
Galli propone strategie didattiche che integrano laboratori di pensiero divergente, attività per progetto e accelerazioni mirate, strumenti replicabili in qualunque scuola.
L'obiettivo è rendere la didattica flessibile, permettendo a ogni studente di esprimere al meglio il proprio potenziale.
Quando la scuola accoglie e valorizza gli studenti ad alto potenziale, tutta la comunità ne trae beneficio.
Questi ragazzi e ragazze, se accompagnati nel modo giusto, diventano motori di curiosità, innovazione e pensiero critico, contagiando compagni e insegnanti.
La plusdotazione, quindi, non è una categoria a parte: è una ricchezza condivisa che arricchisce la società intera.
Celebrando gli studenti, questa giornata diventa un invito alla responsabilità educativa : una scuola di qualità è quella che vede ogni studente nella sua unicità , anche quando il suo modo di pensare non è convenzionale.
Il libro di Giovanni Galli, Cosa ci insegna l'Alto Potenziale Cognitivo, rappresenta un ponte tra ricerca, clinica e pratica didattica, offrendo strumenti utili per gli insegnanti, gli educatori e i genitori.
Integrare queste riflessioni nella programmazione scolastica non è un privilegio per pochi, ma un investimento nella qualità dell'istruzione per tutti.
Educare, ci ricorda Galli, non significa uniformare, ma coltivare le potenzialità di ciascuno.
